2017 _ FRANTI

Al sesto appuntamento con l’Hangar si è svolto un evento/tributo dedicato ai Franti, frutto della collaborazione tra Stefano Giaccone – membro fondatore dei Franti – Industrie Stirner, Bohemien Eventi e May Mask, insieme per omaggiare una delle più importanti formazioni del rock indipendente italiano. A differenza dei precedenti eventi Hangar, la performance si è svolta presso il Club CUEVA ROCK di Quartucciu (CA). E abbiamo performato i Franti con Stefano Giaccone – che insieme a Lalli, Vanni, Massimo e Marco li ha inventati – . E abbiamo visto documenti video sui Franti. E abbiamo suonato anche le canzoni e le parole dei Franti. Noi della Brigata. E Stefano con la band formata per l’occasione qui a Cagliari.

settantasei, tre studenti a torino mettiamo su un complesso lo chiamiamo Franti bastardi noi bastardo lui ci mescoliamo dentro tutto quello che incrociamo: musiche poesie film cortei manganellate cartoni alla tivù gustavo, kojak e muppet show, pavese dostojevski buzzati che guevara le pietre alla pula ci mescoliamo con tutti quelli che strenuamente vogliono la luna, quella piena della gioia senza limiti e pure quella nera del turbine nascosto che spazza nel cranio un attimo prima e un attimo dopo il sonno ci teniamo le nostre case e foto le parole, ci teniamo i compagni, ci teniamo a noi ci teniamo a fargliela pagare ci teniamo a suonare, alle nostre mille giovinezze e diecimila stanchezze, alle piccole storie di una rivoluzione grande come Inti il sole indio mentre chi sparava su di noi fa il presidente e chi fa l’attore fa il boia, chi sfruttava mio padre sfrutta mio figlio mentre la chitarra ora la suono meglio e la voce si è fatta più ferma mentre tu che mi ascolti mi stai di fianco come un blues brother ignorando scalatori sociali travestiti pezzi di merda e mentre apriamo le orecchie alla contrazione rap! e rapraprap tutta la città corre si sbatte leonca el paso spacca il marcio con un fiore che noi innaffiamo stanchi di diecimila solitudini ma ancora bastardi testardi cascano dai muri foto bianche e nere, batte il tempo il cuore grande di afriche metropolitane siamo cani sfatti di pogo ubriaco se dormo dammi una spinta, siamo cani nei cortili dietro la vetrata digitale la bici rovesciata nella risaia che guarisce dal napalm violentata terra mia siamo cani respirate

FRANTI

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